Sesta lezione: primo e secondo rivolto

Non sempre la fondamentale è la nota più bassa dell'accordo.

Al suono più basso possiamo assegnare anche la 3a o la 5a.
Quando al basso viene assegnata la 3a l'accordo sarà in primo rivolto,
quando al basso viene assegnata la 5a l'accordo sarà in secondo rivolto.



Nell'esempio sopra l'accordo è sempre C Maggiore,
e nella tonalità di C Maggiore il numero romano che ne specifica il grado è sempre I,
anche per i suoi rivolti.

(Se fossimo nella tonalità di F Maggiore, l'accordo di C sarebbe il V grado di quella tonalità
anche presentandosi in rivolto;
se fossimo nella tonalità di G Maggiore sarebbe sempre IV,
anche presentandosi in rivolto).

I rivolti sono armonicamente più deboli degli accordi in posizione fondamentale,
cioè quando la tonica è al basso, perchè gli armonici dell'accordo in posizione di rivolto
non si presentano nel loro ordine naturale.
Quindi i rivolti non si usano come accordi finali e molto raramente sono stati utilizzati come accordi iniziali.

I motivi che possono indurre a disporre gli accordi in posizione di rivolto sono:

1) dare al basso una linea più melodica,
permettendogli di muoversi per grado congiunto che sale o scende;

2) evitare un registro scomodo per lo strumento o la voce;

3) variare un accordo se capita di ripeterlo a breve distanza.

Le note che si prestano meglio al raddoppio del primo rivolto sono la fondamentale e la 5a.
Ma è ottimo anche il raddoppio della 3a se è una nota tonale
cioè fondamentale, dominante, sottodominante (I, IV, V) della tonalità di impianto,
la tonalità di cui quell'accordo fa parte in quel contesto (repetita iuvant).

Esempio
: nel primo rivolto di Dm, inteso come II, cioè secondo grado della tonalità di C,
è possibile raddoppiare la terza dell'accordo, cioè F, perchè quarto grado della tonalità di C,
la seconda delle tre note tonali di quella tonalità.

Nel secondo rivolto invece, si raddoppia generalmente il basso.

Mentre il primo rivolto si può usare liberamente come l'accordo in posizione fondamentale,
l'intervallo di 4a presente nel secondo rivolto, (ad esempio l'intervallo G-C dell'esempio sopra)
richiede alcuni procedimenti specifici per la sua introduzione,

ovvero la teoria classica raccomanda di preparare e risolvere il secondo rivolto.

Preparazione: uno dei due suoni che formano l'intervallo di 4
deve essere legato a una delle tre note dell'accordo precedente, nota che deve deve essere consonante
e non più breve della dissonanza che prepara.

Risoluzione: il basso dell'accordo che segue il 2 rivolto
deve rimanere legato o muovere per intervallo congiunto discendente.

la risoluzione classica vuole che il basso da risolvere scenda di grado congiunto
ma poi si è introdotto anche il movimento congiunto ascendente.

Questo cifrato ci dice che al basso del F maggiore SS
c'è la sua terza (3F), cioè è in primo rivolto,
al basso del C c'è la sua quinta (5C), cioè è in secondo rivolto e l'ultimo accordo è di nuovo F che si presenta infine posizione fondamentale.

L'intervallo dissonante (G-C, intervallo di 4a)
viene correttamente preparato,
il basso scende alla risoluzione
e quindi il procedimento è corretto.

 

Quello che è rimasto nella coscienza musicale dei giorni nostri
è che la nota del basso del secondo rivolto (la 5a dell'accordo)
non può essere presa o lasciata di salto;

è meglio che sia legata all'accordo precedente se la contiene,
oppure introdotta come nota di passaggio,
cioè preparata melodicamente come seconda nota di un passaggio di 3 note
che vedono muovere il basso per intervalli congiunti che disegnano una scala che sale o scende.

5V indica che il basso del V grado è la sua quinta, quindi l'accordo è in secondo rivolto.
3I indica che il basso del I grado è la sua terza, quindi l'accordo è in primo rivolto.

Non sono consigliabili 2 accordi in secondo rivolto consecutivi,
e la teoria classica suggerisce anche di non usare più di 3 primi rivolti consecutivi.

Il secondo rivolto viene utilizzato anche in una particolare formula di accordi,
che ha reso questa posizione molto tipica e di cui parleremo tra poco,
quando introdurremo le formule cadenzali.

Questo è quanto serve per poter trattare correttamente i rivolti delle triadi.
Non ci rimane che fare qualche esercizio per verificare i numerosi vantaggi che queste posizioni offrono quando si alternano alla posizione fondamentale.

Sarà di grande utilità esercitarsi nell'introduzione dei rivolti,
perchè queste posizioni ci consentono di costruire
linee del basso con un andamento melodico interessante ed espressivo.


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