lezione 10 - il modo minore

Weissenfels, febbraio 1901.

Il nostro Sistema musicale è detto bimodale perchè organizza il materiale sonoro in due modi:
nel modo maggiore e nel modo minore.
Entrambi i sistemi sono costruiti su una delle sette scale degli antichi modi gregoriani:
il Maggiore sulla scala ionica, il minore su quella eolica, che è la scala minore naturale.

L'evoluzione dell'utilizzo di questo modo ha suggerito di dare al VII della scala un carattere
di sensibile, alzandolo di un semitono (scala armonica).
Solo così si poteva ottenere dalla successione V-I tutta la forza tonale dalla cadenza perfetta.

Quello che non convinceva della scala armonica era l'intervallo di seconda aumentata tra il VI e il #VII

E così si è deciso di alzare di un semitono anche il VI
in modo che la scala non contenesse quell'intervallo dissonante.
Quando la scala scende, il VII e il VI non sono più #, sono tornati naturali
cioè la scala discendente della scala melodica
è quella che abbiamo chiamato scala minore naturale
ed è costituita dagli stessi suoni che compongono la scala di C maggiore.
Questo è il motivo per cui il C è considerato relativo maggiore di Am.

Quindi la scala minore melodica si presenta in due forme,
una ascendente, con VI e VII alzati di un semitono cromatico,
e una discendente, con VII e VI naturali.

Nella forma ascendente è indispensabile aggiungere le alterazione
per potere affermare la sensibile della tonalità di Am, cioè il G#,
che deve essere a distanza di un semitono sotto la tonica come abbiamo visto nel modo maggiore,
per poter costruire l'accordo di dominante (E-G#-B), della tonalità di Am.

In altre parole alteriamo il G per permettere la successione armonica più caratteristica
del Sistema Classico di cui parliamo, la successione V-I.

Nel movimento discendente la sensibile non assume ruoli cadenzali
e torna ad essere quella della scala naturale, quindi senza alterazione.

Tutti gli accordi che si costruiscono sulla scala minore melodica discendente
sono agli stessi della tonalità di C Maggiore.
Ma hanno un diverso significato armonico,

e questo com'è facile immaginare darà presto luogo
a diversi sviluppi interessanti.

La scala che si utilizza per costruire gli accordi
che definiscono il modo minore è quella melodica.

Quindi per costruire gli accordi dovremo utilizzare due scale differenti,
una salendo (A - B - C - D - E - #F - #G - A)
e una scendendo (A - G- F - E - D -C - B - A).

Usando questi suoni, si costruiscono i sette accordi come per il modo maggiore,
cioè per sovrapposizioni di terze, prendendo come tonica ogni suono
della scala ascendente e armonizzandolo (aggiungendo terza e quinta),
sui suoni di quella scala.
Gli accordi che contengono F# o G#
naturalmente saranno diversi da quelli incontrati finora, e dovremo definirli.

Poi usando la scala melodica discendente, ripetiamo lo stesso procedimento.
Non essendoci alterazioni nella scala discendente, il procedimento ci porterà
a definire gli stessi accordi del modo maggiore ma costruiti su gradi diversi
( il VI diventa I ecc).

  

Per collegare questi accordi il sistema migliore
è quello di rispettare il movimento obbligato del VI e VII, alterati e naturali.
Il mio amico e stimatissimo collega Arnold Schönberg, chiama questi movimenti obbligati i punti di volta.

G# - A

F# - G#

G - F

F - E

il VII# deve salire al I
Sconsigliati i movimenti
G#- G o G# - F

Il VI# deve salire al VII#
Sconsigliati i movimenti
F#- G o F# - F
il VII deve scendere al VI
Sconsigliati i movimenti
G- G# o G - F#
il VI deve scendere al V
Sconsigliato il movimento
F - F#

Rispettare i movimenti obbligati di queste quattro note aiuterà ad esprimere lo spirito del modo minore,
che prevede un'organizzazione più complessa del modo maggiore perchè comprende due regioni,
una che sale, dove VI e VII sono alterati
e una che scende, dove VI e VII tornano ad essere natutali.

Al principio sarà consigliabile osservare questo movimento obbligato
sia per costruire la melodia, sia nel collegamento degli accordi.

I rivolti degli accordi del modo minore si usano come nel modo Maggiore.
Quindi nel secondo rivolto il basso non può essere preso né abbandonato di salto.

La triade alterata sul III (C5+) può essere preceduta da I, II, IV, VI, VII e seguita da I, IV, VI, V
La 5 aumentata che contiene può essere preparata e risolta come nota di passaggio,
cioè con un movimento congiunto di tre note (ascendente o discendente).

La triade alterata sul VII vedrà la quinta diminuita preparata dal IV o dal II e risolta nel III o nel I.

Per completare il quadro del modo minore è necessario definire anche tutti gli accordi di settima del modo.

  

Naturalmente non tutti questi accordi di settima vengono utilizzati.
Il I grado, il Am, non si presenta mai come accordo di settima.

Anche le settime degli accordi del modo minore devono rispettare i quattro punti di volta,
le dissonanze vanno preparate e risolte (buono il salto di quarta della fondamentale),
e i bassi dei secondi rivolti muovono per grado congiunto.

Quando si prova ad applicare tutte le regole che definiscono il modo minore
ci si rende conto che le possibilità nel collegamento degli accordi non sono moltissime.

Di seguito, come per il modo maggiore e ad uso pratico,
provo a sintetizzare in una tabella alcune delle successioni di fondamentali più comuni.
Noterai che è incompleta. Infatti è solo un promemoria dei movimenti più utilizzati;
gli altri dovrai trovarli tu ricordando che qualsiasi successione che rispetti
il movimento obbligato dei quattro punti di volta è corretta.
Basta che sia inserita nella frase tenendo conto del suo significato armonico,
e nella stessa griglia armonica cadenzante che ti ho indicato per il modo maggiore.

Successioni di fondamentali nel modo minore

  usate più spesso qualche volta raramente
I - Am IV o V o VII# VI II o III
II V IV o VI I o III
III M7+ (C7+) VI IV I, II, V
IV V o #VII I, II III, VI
V I IV, VI II, III
VI II, V III - IV I
VII§

III

VI IV
VII# I III  
       
Anche la tabella che segue ha un utilizzo del tutto pratico.
Per passare da una regione (#) all'altra (§) a #III, #V, #VII segue I, IV, VI
a §II, §IV, §VI segue #III, #V, #VII

Anche questa tabella è una sintesi del mio stimatissimo collega e amico Schönberg,
che cercherò di farti conoscere, perchè grande pensatore, un ricercatore puro, speculativo e geniale.

A questo punto possono iniziare i primi studi in modo minore.
Dovrai tenere presente i punti di volta quando colleghi gli accordi
e costruire la melodia rispettando le otto battute e la divisione del periodo in due frasi.

Adesso tutte queste cose le devi sperimentare, ascoltare, e devi cercarne le possibilità espressive.
Imparerai a controllare le regole che costruiscono questo modo, scrivendo, ascoltando e correggendo.
Questo è l'inizio della tua lotta con l'Angelo.
E sarà una lotta difficile perchè l'angelo non vorrà lasciarti passare
e cercherà di fermarti con tutte le sue forze.


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